Il made in Piemonte vola all’estero : vendite record per 10 distretti su 12- Corriere.it

2022-11-16 14:44:29 By : Andy luo

Abbiamo scollegato in automatico la tua precedente sessione

Puoi navigare al massimo da 3 dispositivi o browser

Per continuare la navigazione devi scollegare un'altra sessione

Da mobile puoi navigare al massimo da 2 dispositivi o browser.

Per continuare la navigazione devi scollegare un'altra sessione.

Attiva le notifiche per ricevere un avviso ogni volta che viene pubblicato un nuovo articolo in questa sezione.

Vuoi modificare le tue preferenze? Visita la tua area personale

I missili russi caduti in Polonia: la crisi in diretta

Salva questo articolo e leggilo quando vuoi. Il servizio è dedicato agli utenti registrati.

Trovi tutti gli articoli salvati nella tua area personale nella sezione preferiti e sull'app Corriere News.

Tessile, aerospazio, vini e caffè. L’export manifatturiero regionale cresce e supera i livelli pre-Covid

La «old economy» ruggisce ancora. Nei primi sei mesi del «terribile» 2022, tra tensioni internazionali e prezzi del gas alle stelle, il made in Piemonte ha fatturato all’estero quasi sei miliardi di euro (+14,6%) . Il distretto tessile di Biella, dato per spacciato più volte, oggi vende all’estero più tessuti, abbigliamento e macchine per filati che nel periodo pre-Covid. Anche la filiera agro-alimentare piemontese, vini, caffè e cioccolato, cresce a doppia cifra: + 28% rispetto al 2019. E aumenta l’export della meccanica (+7,7%).

Nei giorni in cui affondano i titoli tecnologici al Nasdaq, quasi anticipando una frenata dell’economia globale, i «vecchi distretti» del Made in, continuano la loro marcia di recupero. Su 12 distretti piemontesi, 10 registrano un record di vendite all’estero, lo registra il Monitor di Intesa Sanpaolo. Sarà merito del dollaro forte, che rende più appetibili i beni prezzati in euro, sarà che la crisi energetica non ha ancora morso davvero nei bilanci delle imprese (ieri il gas è sceso sotto 100 euro), e sarà anche che la stagione post-Covid ha riempito di ordini le imprese. Tant’è che l’export del Made in Italy ha toccato i suoi massimi storici, oltre 280 miliardi. E anche il Piemonte, anche se un po’ meno rispetto ad altre regioni del Nord, corre a doppia cifra.

«I numeri delle imprese dei distretti industriali piemontesi certificano la forte focalizzazione sui mercati esteri e sono un giusto riscontro alla qualità e all’eccellenza delle produzione», spiega Andrea Perusin, direttore regionale Piemonte Sud e Liguria, pur riconoscendo che nei prossimi mesi il sistema rischia una brusca frenata, perché «pesano gli evidenti e perduranti elementi di incertezza: nei prossimi mesi, in un quadro di domanda mondiale meno favorevole, sarà logico attendersi un rallentamento dell’export dei distretti».

Oggi comunque il tessuto produttivo sembra essersi messo alle spalle, e non era scontato, la stagione pandemica, recuperando (tutto o quasi) quanto era stato perso nei due anni di lockdown.

I distretti che si collocano oltre i livelli di export del primo semestre 2019 sono 9 su 12, e anche in questo caso si evidenzia una reattività più pronunciata dei distretti del manifatturiero piemontese (+18,4%): ancora sotto invece i frigoriferi industriali di Casale Monferrato, le macchine utensili e i robot industriali di Torino e l’oreficeria di Valenza. Non corre solo l’industria: i poli tecnologici hanno chiuso il primo semestre 2022 con un rimbalzo del +76,4%, nettamente superiore rispetto all’aumento dell’export dei poli tecnologici italiani (+17,5%).

«È interessante notare come l’andamento contraddistingue trasversalmente il nostro tessuto economico, dall’Ict alla manifattura — afferma Marco Gay presidente di Confindustria Piemonte — In questo momento di grande incertezza per continuare in questa direzione è necessaria una visione di politica industriale e va in questo senso il nostro piano condiviso con la Regione per aumentare la collaborazione con le 1.300 aziende straniere presenti sul territorio». Risulta buono l’andamento delle esportazioni distrettuali piemontesi sia verso i mercati maturi (+16,4%), trainati dai paesi europei tra cui spiccano Francia, Germania e Svizzera e dall’America del Nord, sia verso i nuovi mercati (+10,9%) con Turchia, Romania e Corea del Sud in testa. Commenta Giorgio Marsiaj, leader degli industriali torinesi: «I dati evidenziano una forte spinta della meccanica, dell’agroalimentare e dei poli tecnologica, ma ora sarà strategico cercare di consolidare questa crescita supportando le nostre eccellenze».

Siamo anche su Instagram, seguici: https://www.instagram.com/corriere.torino/?hl=it

La newsletter del Corriere Torino

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di Torino e del Piemonte iscriviti gratis alla newsletter del Corriere Torino. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 7 del mattino. Basta cliccare qui

A Le Gru di Grugliasco

Autorizzaci a leggere i tuoi dati di navigazione per attività di analisi e profilazione. Così la tua area personale sarà sempre più ricca di contenuti in linea con i tuoi interessi.