Istat: nel 2020 forte calo del fatturato delle imprese multinazionali estere in Italia

2022-11-16 14:43:01 By : Mr. Eric Li

Le perdite - dovute principalmente al periodo pandemico ma anche ad acquisizioni da parte di multinazionali estere - sono rilevanti nella fabbricazione di carbone e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio

Dopo anni di costante crescita, nel 2020 il fatturato delle imprese a controllo estero residenti in Italia e delle controllate estere di multinazionali italiane registra un significativo calo: -12,2 per cento per le prime e -11,9 per cento per le seconde. Lo comunica l’Istat.

Le affiliate italiane all’estero destinano il 31,6 per cento del loro fatturato alle vendite su mercati diversi dal paese di localizzazione. Vengono esportate in Italia quote elevate di fatturato prodotto all’estero nei settori tradizionali del Made in Italy. I gruppi industriali di grande dimensione mostrano minore propensione all’investimento estero rispetto al biennio precedente (-5,8 per cento), in controtendenza i gruppi attivi nei servizi (+3,5 per cento). Le perdite sono consistenti e diffuse in quasi tutti i settori di attività economica. Valori elevati si riscontrano nella manifattura, in particolare nelle industrie tessili (-38,1 per cento di fatturato e -45,8 per cento di valore aggiunto), nella fabbricazione di mobili (-20,3 per cento e -6,6 per cento), nelle altre industrie manifatturiere (-19,2 per cento e -14,3 per cento), nella confezione di articoli di abbigliamento e fabbricazione di articoli in pelle e simili (-13,3 per cento e -22,2 per cento), nella fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (-10,3 per cento e -15,3 per cento). Nei servizi risultano particolarmente colpiti i settori dell’alloggio e della ristorazione (-50,9 per cento di fatturato e -63,4 per cento di valore aggiunto) e il trasporto e magazzinaggio (-22,7 per cento e -37,8 per cento).

Seppur con un numero limitato di imprese (qui intese come unità giuridiche), pari allo 0,4 per cento del totale delle imprese italiane, le multinazionali estere mantengono il loro significativo contributo ai principali aggregati economici nazionali dell’industria e dei servizi con l’8,8 per cento degli addetti (+0,1 punti percentuali rispetto al 2019), il 19,1 per cento del fatturato (-0,2 punti), il 16,5 per cento del valore aggiunto (+0,2 punti) e il 26,8 per cento della spesa in Ricerca e sviluppo (+0,8 punti). Le multinazionali italiane sono presenti in 175 paesi con 24.103 controllate (-2,7 per cento rispetto al 2019), occupano quasi 1,7 milioni di addetti (-3,9 per cento) e fatturano oltre 499 miliardi (-11,9 per cento).

Le perdite – dovute principalmente al periodo pandemico ma anche ad acquisizioni da parte di multinazionali estere – sono rilevanti nella fabbricazione di carbone e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio (-57,9 per cento di fatturato), nella fabbricazione di mobili e altre industrie manifatturie (-37 per cento) e nella fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (-20,2 per cento). Nei servizi, come per le multinazionali estere, risultano in deciso calo le attività di alberghi e ristoranti: il fatturato perde il 56,6 per cento, l’occupazione il 43,4 per cento. Le affiliate estere attive nell’industria (9.319 unità, un numero molto minore rispetto alle 14.784 affiliate attive nei servizi) confermano una maggiore rilevanza economica: impiegano infatti quasi un milione di addetti (57,7 per cento del totale) e realizzano quasi 280 miliardi di fatturato (56 per cento del totale). Di questo fatturato oltre il 30 per cento è realizzato nel settore della fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi, segue la fabbricazione di macchinari e apparecchiature nca con l’11,6 per cento e la fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata con il 10,3 per cento.

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