Mazda CX-60 plug-in hybrid 2022: prezzo, prova, consumi, dimensioni e scheda tecnica | Gazzetta.it

2022-11-16 14:50:26 By : Ms. xie yun

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La prima auto ibrida plug-in di Mazda coincide con il modello col quale voler fare il definitivo salto di qualità ed entrare, di fatto, nel mondo premium. CX-60, la prima a sfruttare la piattaforma modulare Large Product, nella configurazione ibrida plug-in è anche il modello di serie più potente mai realizzato dalla casa di Hiroshima. Insomma, una serie di prime volte, di novità e di nuovi elementi per iniziare un nuovo corso. E nel 2023 arriveranno altre due motorizzazioni che ampliano gli orizzonti di Mazda e abbracciano il concetto di multi-solution, per offrire una maggiore scelta: il sei cilindri benzina mild hybrid e il sei cilindri diesel mild hybrid, entrambi montati longitudinalmente. E (anche) da qui derivano scelte di design.

Il design esterno si caratterizza per linee muscolose ed un profilo slanciato, con una calandra a trapezio di grandi dimensioni al frontale che sfocia nel taglio dei fari dallo sviluppo verticale. Ma ciò che più colpisce, ancor prima di salire a bordo e poi una volta alla guida, è la lunghezza del cofano motore, pronto ad ospitare i nuovi propulsori dal 2023. Ne deriva, di conseguenza, un arretramento complessivo dell’intero abitacolo che però non disturba una volta al volante, neanche nelle fasi di manovra perché in quel caso interviene la telecamera anteriore (ottima la dotazione a riguardo, composta anche da quella posteriore e dalla visuale dall’alto, per un sistema See-Through View davvero completo che amplia il campo visivo in fasi di manovra e in tutte le situazioni di bassa velocità). Le fiancate scendono di netto, con l’attenzione che si sposta sui cerchi in lega da 20 pollici, mentre il posteriore si caratterizza per un lunotto parecchio inclinato che mette in risalto le geometrie del retrotreno.

Lo spazio a bordo è davvero soddisfacente, tanto per guidatore e passeggero quanto per gli occupanti della seconda fila, con sedili poco avvolgenti ma molto confortevoli. E per un comfort massimo in condizioni estremamente soleggiate, i sedili sono dotati anche di sistema refrigerante, o, al contrario, in condizioni invernali possono diventare ottimi alleati scaldando i passeggeri in un attimo. Tutto con una funzione memory alla quale basta il riconoscimento facciale per settare autonomamente la seduta. Un quadro strumenti completamente digitale, con uno schermo Lcd accompagnato dall’head-up display, ed uno schermo dell'infotainment da 12,3 pollici sono il fulcro della tecnologia Mazda a bordo. Sfortunatamente solo Apple CarPlay e Android Auto hanno la possibilità di essere comandati tramite lo schermo stesso, le altre funzioni non sono invece touch-friendly e richiedono dunque l’utilizzo del pomello centrale col quale navigare tra i menù, come per CX-5. Per il resto si vive in un ambiente arieggiato, ben illuminato e con materiali di qualità, come le finiture in legno d’acero ispirate all’artigianato giapponese o i tessuti intrecciati nella zona della plancia.

La prima Mazda CX-60 disponibile sul mercato è dotata di un propulsore ibrido plug-in da 327 Cv di potenza massima complessiva e 500 Nm di coppia così spartiti: l’endotermico quattro cilindri da 2,5 litri assicura 191 Cv a 6.000 giri/min e 261 Nm di coppia a 4.000 giri/min; l’elettrico, con pacco batterie da 17,8 kWh che promette 60 km di percorrenza in modalità 100% elettrica, fornisce ulteriori 175 Cv e 270 Nm di coppia. Si tratta della Mazda di serie più potente della storia. L’efficienza del motore e-Skyactiv G si riflette sull’omologazione Euro 6D e sulle emissioni di CO2, stando alla casa di appena 33 g/km nel ciclo Wltp a batteria carica, con un consumo di carburante di appena 1,5 litri per 100 km. Vista la motorizzazione, abbinata alla trazione integrale e al cambio automatico a 8 rapporti, lecito aspettarsi prestazioni brillanti: 5,8 secondi per passare da 0 a 100 km/h e velocità massima autolimitata a 200 km/h. Non male lo scatto da fermo considerando un peso di poco meno di 2.000 kg.

Da Ürgüp a Elazig e da Elazig a Trabzon: 1.300 km complessivi in due giorni partendo dal cuore della Cappadocia, a una ventina di km dal piccolo aeroporto di Nevsehir, fino alla costa sud-orientale del Mar Nero, a poche centinaia di km dalla Georgia e dall’Armenia. È l’Epic Drive di Mazda, una due giorni mozzafiato che passa tramite un viaggio alla scoperta di una regione che trasuda storia dell’impero ottomano e di un popolo ancorato alle proprie origini. Il percorso del Day 1, a bordo della Mazda CX-5, passa di fianco al vulcano Erciyes Dağı (3.916 metri) e porta a costeggiare l’Eufrate per meno di 10 km lungo una strada sterrata, la Stone Road, con strapiombi di 200 metri. Una location che lascia a bocca aperta per le dimensioni mastodontiche della catena rocciosa sopra la testa, con il fiume che squarcia la valle snodandosi al centro di essa e tratti di galleria, con la strada letteralmente estrapolata all’interno della roccia, che si alterna a viste sensazionali.

Il secondo giorno dell’Epic Drive di Mazda porta da Elazig a Trabzon: dopo i 670 km del giorno prima, a bordo di Mazda CX-60 ci si imbarca sul battello per attraversare il Keban Baraji, direzione Tunceli. Da qui, puntando verso nord, si arriva alle porte della Bayburt D915 Road e dei suoi famosi tornanti, situata al confine tra la regione dell’Anatolia nordorientale e la regione del Mar Nero. I 200 metri di strapiombo del giorno prima sembrano uno scherzo in confronto: 3 metri e non più di carreggiata che scendono lungo il costone della montagna. Sbagliare significa cappottarsi per centinaia e centinaia (se non migliaia) di metri, con ben poche speranze di sopravvivere. Una pietraia tortuosa con tornanti stretti stretti dove si usa tutto l’angolo di sterzo della CX-60, ma a volte non basta neanche e bisogna far manovra, non prima di aver controllato dodici/quattordici volte d’aver inserito la R piuttosto che la D. Terminata l’impervia discesa lungo i 29 tornanti e tornati ad un’altezza sul livello del mare congrua, la strada si apre verso Trebisonda (Trabzon in turco). La povertà e la semplicità dell’entroterra lasciano spazio a un sapore di una città più legata all’Europa come la conosciamo in Italia. E gli ultimi km sono una passerella al tramonto nella città ora casa dall’ex capitano del Napoli Marek Hamšík.

Premesso d’aver usato la Mazda CX-60 nella seconda giornata del viaggio e dunque tutta l’energia del motore elettrico è stata usata nelle prime 24 ore in Turchia, i 630 km che separano Elazig da Trabzon passando per la pericolosa D915 hanno evidenziato vari aspetti del powertrain elettrificato. In primis il carattere della vettura a seconda della modalità selezionata sul Mi-Drive (Mazda Intelligent Drive Select), con ottimizzazione progressiva di prestazioni, aderenza e comportamento del sistema integrale i-Activ Awd: in Normal si gode di un’erogazione fluida e lineare, adatta al viaggio. In Sport la spinta è nettamente più soddisfacente e il nuovo cambio a 8 marce risponde sempre presente, con il quadro strumenti digitale che cambia automaticamente configurazione per mostrare il regime di giri/min del motore. E in zona rossa anche il sound è appagante, pur trattandosi di un quattro cilindri da 2,5 litri. La modalità Off-Road, poi, smorza completamente le asperità del terreno sulla tortuosa D915, con le quattro ruote motrici che fanno il loro quando la pendenza diventa del 20%. A batteria scarica, con la trazione integrale, 2.000 kg da portarsi dietro, due persone a bordo più bagagli e con un’andatura piuttosto allegra, al termine del long test sono stati rilevati consumi tra gli 8,2 e gli 8,9 litri per 100 km, vale a dire tra gli 11,2 e i 12,2 km/l.

Il variegato percorso da Elazig a Trabzon dà modo di testare la CX-60 su diversi terreni: in fuoristrada quando si passa da Sport o Normal a Off-Road si avverte di netto un maggiore comfort, con le sospensioni (doppio braccio oscillante all’anteriore, multi-link al posteriore) che vanno ad assorbire le asperità e a rendere più confortevole l’esperienza di guida. Su asfalto l’effetto 2.000 kg è inevitabilmente percepibile in frenata, ingresso e percorrenza di curva, ma non troppo differente dalla concorrenza. Su Mazda CX-60 talvolta si avverte in modo netto il singolo buco o il singolo ostacolo mentre su strade guidate ricche di curve veloci e dolci saliscendi si percepisce lo spirito da viaggiatrice della CX-60, che inevitabilmente prevale sulla sportività, pur potendosi concedere qualche curva di divertimento. L'assetto viene gestito automaticamente dal sistema Kinematic Posture Control (introdotto sulla roadster Mx-5), che aiuta a contenere il rollio in curva.

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